Gioacchino Rossini

La Cenerentola ossio La bontà in trionfo

Melodramma giocoso in tre atti

Libretto von Jacopo Ferretti

Uraufführung: 25.01.1817, Teatro Valle, Rom

Personaggi

Don Ramiro, Principe di Salerno

Dandini, suo cameriere

Don Magnifico, Barone di Montefiascone

Clorinda,
Tisbe, le sue figlie

Angelina, sotto nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico

Alidoro, Filosofo, maestro di Don Ramiro

Cortigiani. Damigelli. Paggi

Atto primo.

Sala terrena nel castello del Barone.

CLORINDA.
No, no, no: non v‘ è, non v‘ è
Chi trinciar sappia così
Leggerissimo sciassè.
TISBE.
Sì, sì, sì, va bene lì.
Meglio lì, no meglio qui;
Risaltar di più mi fa.
CLORINDA, TISBE.
A quest‘ arte, a tal beltà
Sdrucciolare ognun dovrà.
CENERENTOLA.
Una volta c‘ era un re,
Che a star solo s‘ annoiò,
Cerca, cerca, ritrovò:
Ma il volean sposare in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà.
E alla fin sceglie per se
L‘ innocenza e la bontà.
Là là là, lì lì lì, là là là.
CLORINDA, TISBE.
Cenerentola finiscila
Con la solita canzone.
CENERENTOLA.
Presso al fuoco in un cantone
Via lasciatemi cantar.
Una volta c‘ era un re:
Una volta …
CLORINDA.
E due, e tre.
A DUE.
La finisci sì o no?
Se non taci, ti darò.
CENERENTOLA.
Una volta …
A TRE.
Chi sarà?
ALIDORO.
Un tantin di carità.
CLORINDA, TISBE.
Accattone! via di qua.
CENERENTOLA.
Zitto, zitto: su prendete
Questo po‘ di colazione.
Ah non reggo alla passione!
Che crudel fatalità!
ALIDORO.
Forse il Cielo guiderdone
Pria di notte vi darà.
CLORINDA, TISBE.
Risvegliar dolce passione
Più di me nessuna sa.
Ma che vedo! ancora lì!
Anche un pane? anche il caffè?
Prendi, prendi: questo a te.
CENERENTOLA.
Ah! soccorso chi mi da!
ALIDORO.
Vi fermate per pietà.
CORO.
O figlie amabili – di Don Magnifico,
Ramiro il Principe – or or verrà
Al suo palagio – vi condurrà:
Si canterà – si danzerà:
Poi la bellissima – fra l‘ altrefemmine
Sposa carissima – per lui sarà.
CLORINDA, TISBE.
Ma dunque il principe?
CORO.
Or or verrà!
CLORINDA, TISBE.
E la bellissima?
CORO.
Si sceglierà!
CLORINDA, TISBE.
Cenerentola vien qua.
Le mie scarpe, il mio bonnè.
Cenerentola vien qua:
Le mie penne, il mio colliè.
Nel cervello ho una fucina:
Son più bella e vo‘ trionfar.
A un sorriso a un‘ occhiatina
Don Ramiro ha da cascar.
CENERENTOLA.
Cenerentola vien qua,
Cenerentola va là,
Cenerentola va su,
Cenerentola va giù …
Questo è proprio uno strapazzo!
Mi volete far crepar?
Chi alla festa, chi al sollazzo,
Ed io resto qui a soffiar.
ALIDORO.
Nel cervello una fucina
Sta le pazze a martellar:
Ma già pronta è la ruina,
Voglio ridere e schiattar.
CORO.
Già nel capo una fucina
Sta le donne a martellar;
Il cimento si avvicina
Il gran punto a trionfar.
MAGNIFICO.
Miei rampolli femminini,
Vi ripudio; mi vergogno!
Un magnifico mio sogno
Mi veniste a sconcertar.
Come son mortificate!
Degne figlie d‘ un barone!
Via: silenzio ed attenzione,
State il sogno a meditar.
Mi sognai fra il fosco e il chiaro
Un bellissimo somaro;
Un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Su le spalle a cento a cento
Gli spuntavano le penne,
Ed in alto sen volò!
Ed in cima a un campanile
Con sussiego si fermò.
Si sentiano per di sotto
Le campane a sdindonar …
Col cì, cì, ciù ciù, di botto
Mi faceste risvegliar.
Ma d‘ un sogno sì intralciato,
Ecco il simbolo spiegato.
La campana suona a festa?
Allegrezza in casa è questa.
Quelle penne? siete voi:
Quel gran volo? Plebe, addio.
Resta l‘ asino di poi?
Ma quell‘ asino son‘ io.
Chi vi guarda vede chiaro
Che il somaro è il genitor.
Fertilissima sposina
L‘ una e l‘ altra diverrà;
Ed il nonno una dozzina
Di rampolli abbraccierà.
Trenta bamboli di qua,
Mille posteri di là,
E la gloria mia sarà.
CLORINDA.
Sappiate che fra poco …
TISBE.
Il principe Ramiro …
CLORINDA.
Che son tre dì, che nella deliziosa …
TISBE.
Vicino mezzo miglio
Venuto è ad abitar …
CLORINDA.
Sceglie una sposa …
TISBE.
Ci mandò ad invitar …
CLORINDA.
E fra momenti …
TISBE.
Arriverà per prenderci …
CLORINDA.
E la scelta
La più bella sarà.
MAGNIFICO.
Figlie che dite!
Quel principon! Quantunque io nol conosca …
Sceglierà! … v‘ invitò … sposa … più bella!
Io cado in svenimento.
Cenerentola presto,
Portami il mio caffè. Viscere mie,
Metà del mio palazzo è già crollata,
E l‘ altra è per crollar. Fatevi onore.
Mettiamogli un puntello.
Figlie state in cervello.
Parlate in punto e virgola,
Per carità: pensate ad abbigliarvi:
Si tratta niente men che imprinciparvi.
DON RAMIRO.
Tutto è deserto – Amici?
Nessun risponde – In questa
Simulata sembianza
Le belle osserverò – Nè viene alcuno?
Eppur mi diè speranza
Il sapiente Alidoro,
Che qui saggia e vezzosa
Degna di me trovar saprò la sposa.
Sposarsi e non amar! Legge tiranna,
Che nel fior de‘ miei giorni
A difficile scelta mi condanna!
Cerchiam, vediam.
CENERENTOLA.
C‘ era una volta … ah! è fatta.
RAMIRO.
Cos‘ è?
CENERENTOLA.
Che batticuore!
RAMIRO.
Forse un mostro son‘ io?
CENERENTOLA.
Sì … no signore.
RAMIRO.
Un soave non so che
In quegl‘ occhi scintillò.
CENERENTOLA.
Io vorrei saper perchè
Il mio core palpitò.
RAMIRO.
Le direi, ma non ardisco.
CENERENTOLA.
Parlar voglio e taccio intanto.
A DUE.
Una grazia, un certo incanto
Par che brilli su quel viso.
Quanto caro è quel sorriso!
Scende all‘ alma e fa sperar.
RAMIRO.
Del baron le figlie io chiedo.
Dove son? qui non le vedo.
CENERENTOLA.
Stan di là nell‘ altre stanze.
Or verranno addio speranze.
RAMIRO.
Ma di grazia, voi chi siete?
CENERENTOLA.
Io chi sono? Eh non lo so.
RAMIRO.
Nol sapete?
CENERENTOLA.
Quasi no.
Quel ch‘ è padre non è padre …
Onde poi le due sorelle …
Era vedova mia madre …
Ma fu madre ancor di quelle!
Questo padre pien d‘ orgoglio …
Sta a vedere che m‘ imbroglio.
Deh! scusate, perdonate
Alla mia semplicità.
RAMIRO.
Mi seduce, m‘ innamora
Quella sua semplicità.
MAGNIFICO, CLORINDA, TISBE.
Cenerentola da me.
RAMIRO.
Quante voci, che cos‘ è?
CENERENTOLA.
A ponente, ed a levante,
A scirocco è a tramontana,
Non ho calma un solo istante,
Tutto, tutto, tocca a me.
Vengo, vengo. Addio signore.
Ah! ci lascio proprio il core,
Questo cor più mio non è.
RAMIRO.
Quell‘ accento, quel sembiante
E una cosa sov'r umana.
Io mi perdo in quest‘ istante;
Già più me non trovo in me.
Che innocenza! che candore!
Ah! m‘ invola proprio il core.
Questo cor più mio non è.
RAMIRO.
Non so che dir. Come in sì rozze spoglie
Un volto sì gentil! Ma Don Magnifico
Non apparisce ancor. Nunziar vorrei
Del mascherato principe l‘ arrivo.
Fortunato consiglio!
Da semplice scudiero
Il cuore delle femmine,
Meglio svelar saprò. Dandini intanto
Recitando da principe …
MAGNIFICO.
Domando
Un milion di perdoni.
Dica: Sua Altezza il principe?
RAMIRO.
Or or arriva.
MAGNIFICO.
E quando?
RAMIRO.
Fra tre minuti.
MAGNIFICO.
Tre minuti! ah figlie!
Sbrigatevi: fia meglio
Andarle ad affrettar. Scusi: con queste
Ragazze benedette
Un secolo ci vuol per la toelette.
RAMIRO.
Che buffone! E Alidoro mio maestro
Sostien che in queste mura
Sta la bontà più pura.
Basta, basta, vedrem. Alle sue figlie
Convien che m‘ avvicini …
Qual fragor! … non m‘ inganno, ecco Dandini.
CORO.
Scegli la sposa, affrettati:
Sen vola via l‘ età:
La tua sublime linea
Se no s‘ estinguerà.
DANDINI.
Come un‘ ape nei giorni d‘ aprile
Va volando leggera e scherzosa,
Corre al giglio, poi salta alla rosa
Dolce un fiore a cercare per se:
Fra le belle m‘ aggiro e rimiro.
Ne ho vedute già tante e poi tante;
Ma non trovo un giudizio, un sembiante,
Un boccone squisito per me.
CLORINDA.
Prence …
TISBE.
Sire …
CLORINDA, TISBE.
Ma quanti favori!
MAGNIFICO.
Che diluvio, che abisso di onori!
DANDINI.
Nulla, nulla. Vezzosa! graziosa!
Dico bene? Son tutte papà.
RAMIRO.
Bestia! attento, ti scosta, va là.
DANDINI.
Per pietà quelle ciglia abbassate,
Galoppando sen va la ragione,
E fra i colpi d‘ un doppio cannone
Spalancata è la breccia diggià.
Ma al finir della nostra commedia
Che tragedia – qui nascer dovrà.
CLORINDA, TISBE.
Ei mi guarda, sospira – delira,
Non v‘ è dubbio è mio schiavo diggià.
RAMIRO.
Ah! perchè qui non viene colei
Con quell‘ aria di grazia e bontà!
MAGNIFICO.
È già cotto, – stracotto, spolpato.
Per orgoglio che faccia non sa.
DANDINI.
Allegrissimamente, che bei quadri!
Che bocchino, che ciglia!
Siete l‘ ottava e nona meraviglia.
Già tales patris, talem filias.
CLORINDA.
Grazie.
MAGNIFICO.
Altezza delle altezze,
Che dice? mi confonde: debolezze.
DANDINI.
Vere figure Etrusche. Dico bene?
RAMIRO.
Cominci a dirle grosse.
DANDINI.
Io recito da grande, e grande essendo
Grandi le ho da sparar.
MAGNIFICO.
Bel principotto!
Che non vi fugga: attente!
DANDINI.
Or dunque seguitando quel discorso,
Che non ho cominciato,
Dai miei lunghi viaggi riternato,
E il mio papà trovato,
Che fra i quondam è capitombolato,
E spirando ha ordinato,
Che a vista qual cambial io sia sposato,
O son diseredato;
Fatto ho un invito a tutto il vicinato,
E trovando un boccone delicato.
Per me l‘ ho destinato:
Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.
MAGNIFICO.
Che eloquenza sublime!
CENERENTOLA.
Ih che bell‘ abito!
E quell‘ altro mi guarda.
RAMIRO.
Ecco colei.
Come palpita il cor!
DANDINI.
Belle ragazze,
Se vi degnate inciambellare il braccio
A‘ nostri cavalieri, il legno è pronto.
CLORINDA.
Andiam.
TISBE.
Papà, Eccellenza,
Non tardate a venir.
MAGNIFICO.
Che fai tu qui?
Il capello e il bastone.
CENERENTOLA.
Eh! signor sì.
DANDINI.
Perseguitate presto
Con piedi rispettosi
I magnifici miei quarti reali.
MAGNIFICO.
Monti in carrozza e vengo.
RAMIRO.
Eppur colei
Vo‘ riveder.
MAGNIFICO.
Ma lasciami.
RAMIRO.
La sgrida?
CENERENTOLA.
Sentite.
MAGNIFICO.
Il tempo vola.
RAMIRO.
Che vorrà?
MAGNIFICO.
Vuoi lasciarmi?
CENERENTOLA.
Una parola.
Signore, una parola;
In casa di quel principe,
Un‘ ora, un‘ ora sola,
Portatemi a ballar.
MAGNIFICO.
Ih! ih! la bella venere!
Vezzosa, pomposetta!
Sguaiata, cova – cenere!
Lasciami, deggìo andar.
DANDINI.
Cos‘ è; qui fa la statua!
RAMIRO.
Silenzio ed osserviamo.
DANDINI.
Ma andiamo o non andiamo?
RAMIRO.
Mi sento lacerar.
CENERENTOLA.
Ma una mezz‘ ora, un quarto.
MAGNIFICO.
Ma lasciami, o ti stritolo.
RAMIRO.
Fermate.
MAGNIFICO.
Serenissima!
Ma vattene arditissima!
Servaccia ìgnorantissima!
RAMIRO, DANDINI.
Serva?
CENERENTOLA.
Cioè …
MAGNIFICO.
Vilissima.
D‘ un‘ estrazion bassissima;
Vuol far la sufficiente,
La cara, l‘ avvenente,
E non è buona a niente.
Va in camera, va in camera
La polvere a spazzar.
DANDINI.
Mio caro Don Magnifico,
Via non la strapazzar.
RAMIRO.
Or ora la mia collera
Non posso più frenar.
CENERENTOLA.
Signori, persuadetelo,
Portatemi a ballar.
Ah! sempre fra la cenere
Sempre dovrò restar.
ALIDORO.
Qui nel mio codice
Delle zitelle,
Con Don Magnifico
Stan tre sorelle.
Or che va il principe
La sposa a scegliere
La terza figlia
Io vi domando.
MAGNIFICO.
Che terza figlia
Mi va figliando?
ALIDORO.
Terza sorella.
MAGNIFICO.
Ella – morì.
ALIDORO.
Eppur nel codice
Non è così.
CENERENTOLA.
Ah! di me parlano:
No, non morì.
MAGNIFICO.
Sta zitta lì.
Guardate qui!
Se tu respirì,
Ti scanno qui.
ALIDORO, CENERENTOLA, MAGNIFICO.
Ella morì?
MAGNIFICO.
Altezza sì.
ALIDORO, CENERENTOLA, MAGNIFICO, RAMIRO, ALIDORO.
Nel volto estatico
Di questo e quello
Si legge il vortice
Del lor cervello.
Che ondeggia e dubita
E incerto sta.
MAGNIFICO.
Se tu più mormori
Solo una sillaba,
Un cimiterio
Qui si farà.
CENERENTOLA.
Deh! soccorretemi,
Deh! non lasciatemi …
Ah! di me misera
Che mai sarà.
RAMIRO.
Via consolatevi,
Signor, lasciatela.
Già la mia furia
Crescendo va.
ALIDORO.
Via meno strepito:
Fate silenzio,
O qualche scandalo
Qui nascerà.
DANDINI.
Io sono un principe,
O sono un cavolo?
Vi mando al diavolo:
Venite qua.

Atto secondo.

Gabinetto nel Palazzo di Don Ramiro.

ALIDORO.
Osservate. Silenzio. Abiti, gioje
Tutto avrete da me. Fasto, richezze
Non v‘ abbaglino il cor. Dama sarete;
Scoprirvi non dovrete.
Amor soltanto tutto v‘ insegnerà.
CENERENTOLA.
Ma questa è storia;
Oppure una commedia?
ALIDORO.
Figlia mia,
L‘ allegrezza e la pena
Son commedia e tragedia,
E il mondo è scena.
Puro conserva il tuo candor
Che il ciel clemente concesse a te;
Ne ria procella venga turbar
Il giglio puro della tua fè.
L‘ inestimabil beltà, e la bontà
Ricchezze, amor, gioje, piacer,
Non son che larve, sogni del cor.
Ti sia di guida ognor
Semplicità costanza e onor
E la tua vita sarà qual fior.
CENERENTOLA.
Che cresce espande soave odor.
ALIDORO.
Sarà qual fior che cresce
Espande soave odor,
O figlia! O figlia!

Sala nel palazzo di Don Ramiro.

RAMIRO.
Zitto, zitto: piano piano
Senza strepito, e rumore.
Delle due qual è l‘ umore?
Esattezza, e verità.
DANDINI.
Sotto voce, a mezzo tuono,
In estrema confidenza,
Sono un misto d‘ insolenza,
Di capriccio e vanità.
RAMIRO.
E Alidoro mi dicea,
Che la figlia del barone …
DANDINI.
Eh! il maestro ha un gran testone,
Oca eguale non si dà.
So due vere banderuole …
Ma convien dissimular.
RAMIRO.
Se le sposi pur chi vuole,
Seguitiamo a recitar.
CLORINDA.
Principino dove siete?
TISBE.
Principino dove stete?
CLORINDA, TISBE.
Ah! perchè mi abbandonate?
Mi farete disperar.
CLORINDA.
Io vi voglio …
TISBE.
Vi vogl‘ io …
DANDINI.
Ma non diamo in bagatelle,
Maritarsi a due sorelle
Tutte insieme non si può.
Una sposo …
CLORINDA, TISBE.
E l‘ altra?
DANDINI.
E l‘ altra
All‘ amico la darò.
CLORINDA, TISBE.
No no no, no no no, no;
Un scudiero! oibò oibò.
RAMIRO.
Sorò docile, amoroso,
Tenerissimo di core.
CLORINDA, TISBE.
Un scudiero! no signore,
Un scudiero! questo no.
CLORINDA.
Con un‘ anima plebea!
TISBE.
Con un‘ aria dozzinale!
CLORINDA, TISBE.
Mi fa male, mi fa male
Solamente a immaginar.
DANDINI, RAMIRO.
La scenetta è originale:
Veramente da contar.
CORO.
Ah! se velata ancor
Dal seno il cor – ci hai tolto,
Se svelerai quel voito –
Che sarà?
CENERENTOLA.
Sprezzo quei don che versa
Fortuna capricciosa,
M‘ offra, chi mi voul sposa,
Rispetto, amor, bontà.
CLORINDA, TISBE.
Vedremo il gran miracolo
Di questa rarità.
TUTTI.
Ah!
A QUATTRO E CORO.
Parlar – pensar – vorrei.
Parlar – pensar – non so.
Questo è un inganno oh Dei!
Questo è un incanto oh Dei!
Quel volto mi atterrò.
ALIDORO.
Parlar – pensar – vorrebbe,
Parlar – pensar – non può.
Amar già la dovrebbe,
Il colpo non sbagliò.

Balletto.

MAGNIFICO.
Signor … Altezza in tavola …
Che … co … chi … si, che bestia!
Quando si dice i simili!
Non sembra Cenerentola?
CLORINDA, TISBE.
Pareva ancor a noi,
Ma a riguardarla poi …
La nostra è goffa, e astratta:
Questa è un po‘ più ben fatta;
Ma poi non è una Venere
Da farci spaventar.
MAGNIFICO.
Sta quella nella cenere,
Ha stracci sol per abiti.
CENERENTOLA, ALIDORO.
Il vecchio guarda, e dubita.
RAMIRO.
Mi guarda, e par che palpiti.
DANDINI.
Ma non facciam le statue,
Patisce l‘ individuo.
Andiamo presto a tavola,
Poi balleremo il Taice,
E quindi la bellissima …
Con me s‘ ha da sposar.
TUTTI.
Andiamo, andiamo a tavola,
Si voli a giubilar.
DANDINI.
Or che un buon pranzo capita
Per quattro io vo‘ mangiar.
TUTTI.
Mi par d‘ essere sognando
Fra giardini e fra boschetti.
I ruscelli sussurrando,
Gorgheggiando gli augelletti,
In un mare di delizie
Fanno l‘ anima nuotar.
Ma ho timor, che sotto terra,
Piano piano, a poco a poco,
Si sviluppi un certo foco,
E improvviso a tutti ignoto,
Balzi fuori un terremoto,
Che crollando – strepitando,
Fracassando – sconquassando,
Poi mi venga a risvegliar.
E ho paura che il mio sogno
Vada in fumo a dileguar.

Atto terzo.

Sala come nell‘ Atto primo.

RAMIRO.
Ah! questa bella incognita
Con quella somiglianza all‘ infelice
Che mi colpì stamane,
Mi va destando in petto
Certa ignota premura … Anche Dandini
Ne sembra innamorato:
Eccoli: udirli or qui potrò celato.
DANDINI.
Ma non fuggir per bacco! quattro volte
Mi hai fatto misurar la galleria.
CENERENTOLA.
O mutate linguaggio, o vado via.
DANDINI.
Ma che? il parlar d‘ amore
È forse una stoccata?
CENERENTOLA.
Ma s‘ io d‘ un altro sono innamorata!
DANDINI.
E me lo dici in faccia?
CENERENTOLA.
Ah! mio signore,
Deh! non andate in collera
Se vi parlo sincero.
DANDINI.
Ed ami?
CENERENTOLA.
Scusi …
DANDINI.
Ed ami?
CENERENTOLA.
Il suo scudiero.
RAMIRO.
Oh gioia! anima mia!
ALIDORO.
Va a meraviglia!
RAMIRO.
Ma il grado e la ricchezza
Non seduce il tuo core?
CENERENTOLA.
Mie fasto è la virtu, ricchezza è amore.
RAMIRO.
Dunque saresti mia?
CENERENTOLA.
Piano, tu devi pria
Ricercarmi, conoscermi, vedermi,
Esaminar la mia fortuna.
RAMIRO.
Io teco,
Cara, verrò volando.
CENERENTOLA.
Fermati: non seguirmi. Io tel comando.
RAMIRO.
E come dunqne?
CENERENTOLA.
Tieni,
Cercami, e alla mia destra
Il compagno vedrai;
E allor … se non ti spiaccio … allor m‘ avrai.
RAMIRO.
Dandini, che ne dici?
DANDINI.
Eh! dico che da principe
Sono passato a far da testimonio.
RAMIRO.
»E allor … se non ti spiaccio … allor m‘ avrai.«
Quai misteri son questi? ah! mio sapiente
Venerato maestro. Il cor m'ingombra
Non mai provato amore.
Che far degg‘ io?
ALIDORO.
Quel che consiglia il core.
RAMIRO.
Principe non sei più, di tante sciocche
Si vuoti il mio palazzo. Olà, miei fidi!
Così potessi aver l‘ ali dei venti.

Ah come nascondere
La fiamma vorace,
Se in petto quest‘ alma
Smarita à la pace
Se amor mi fa vittima
D‘ un crudo dover.
DANDINI.
Ma dunque io sono un ex? dal tutto al niente
Precipito in un tratto?
Veramente ci ho fatto
Una bella figura.
MAGNIFICO.
Scusi la mia premura.
Ma quelle due ragazze
Stan colla febbre addosso. Si potrebbe
Sollecitar la scelta.
DANDINI.
È fatta, amico.
MAGNIFICO.
È fatta! ah per pietà, dite, parlate!
È fatta! e i miei germogli …
In queste stanze a vegetar verranno?
DANDINI.
Tutti poi lo sapranno:
r ora è un gran segreto.
MAGNIFICO.
E quale, e quale?
E Clorinda, o Tisbetta?
DANDINI.
Non abbiate tal fretta.
MAGNIFICO.
Lo dica ad un papà.
DANDINI.
Ma silenzio.
MAGNIFICO.
Si sa, via dica presto.
DANDINI.
Non ci ode alcuno?
MAGNIFICO.
In aria
Non si vede una mosca.
DANDINI.
È un certo arcano
Che farà sbalordir.
MAGNIFICO.
Sto sulle spine.
DANDINI.
Poniamoci a sedere.
MAGNIFICO.
Presto per carità.
DANDINI.
Voi sentirete
Un caso assai bizzarro.
MAGNIFICO.
Che volesse
Maritarsi con me.
DANDINI.
Mi raccomando.
MAGNIFICO.
Ma si lasci servir.
DANDINI.
Sia sigillato
Quanto ora udrete dalla bocca mia.
MAGNIFICO.
Io tengo in corpo una segreteria.
DANDINI.
Un segreto d'importanza,
Un arcano interessante
Io vi debbo palesar:
E una cosa stravagante,
Vi farà trasecolar.
MAGNIFICO.
Senza battere le ciglia,
Senza trar nemmeno il fiato,
Io mi pongo ad ascoltar:
Starò qui petrificato
Ogni sillaba a contar.
DANDINI.
Uomo saggio, e stagionato
Sempre meglio ci consiglia,
Se sposassi una sua figlia,
Come mai l‘ ho da trattar?
MAGNIFICO.
Consiglier son già stampato.
Ma che eccesso di clemenza!
Mi stia dunque sua Eccellenza …
Anzi Altezza ad ascoltar.
Abbia sempre pronti in sala
Trenta servi in piena gala,
Duchi, conti e marescialli
A donzine convitati,
Cento sedici cavalli;
Un milion di pappagalli,
Pranzi sempre coi gelati,
Poi carrozze, poi landò.
DANDINI.
Vi rispondo senza arcani,
Che noi siamo assai lontani;
Io non uso far dei pranzi,
Mangio sempre degli avanzi;
Non m‘ accosto a gran signori,
Tratto sempre servitori;
Sempre a piedi me ne vo.
MAGNIFICO.
Non corbella?
DANDINI.
Gliel prometto.
MAGNIFICO.
Questo dunque?
DANDINI.
È un romanzetto.
È una burla il principato,
Sono un uomo mascherato;
Ma venuto è il vero principe,
M‘ ha strappata alfin la maschera,
Io ritorno al mio mestiere,
Son Dandini il cameriere,
Rifar letti, spazzar abiti,
Far la barba e pettinar.
MAGNIFICO.
Di quest‘ ingiuria,
Di quest‘ affronto
Il vero principe
Mi darà conto.
DANDINI.
Oh! non s‘ incomodi,
Non sarà niente:
Ma parta subito
Immantinente.
MAGNIFICO.
Non partirò.
DANDINI.
Lei partirà.
MAGNIFICO.
Ci rivedremo,
Ci parleremo.
DANDINI.
Ci rivedremo,
Ci parleremo.
MAGNIFICO.
Non partirò.
DANDINI.
Lei partirà.
MAGNIFICO.
Tengo nel cerebro
Un contrabbasso,
Che basso basso
Frullando va.
Da cima a fondo,
Poter del mondo!
Che scivolata,
Che gran cascata!
Eccolo, eccolo,
Tutti diranno,
Mi burleranno
Per la città.
DANDINI.
Povero diavolo!
È un gran sconquasso,
Che d‘ alto in basso
Piombar lo fa.
Vostr‘ Eccellenza
Abbia prudenza;
Se vuol rasojo,
Sapone e pettine,
Saprò arricciarla,
Sbarbificarla …
Ah! ah! guardatelo,
L‘ allocco è là.

Sala terrena come nell‘ Atto primo.

CENERENTOLA.
Quanto sei caro! e quegli
Cui dato ho il tuo compagno?
È più caro di te. Quel signor principe
Che pretendea con quelle smorfie?
Oh bella!
Io non bado a ricami, ed amo solo
Bel volto, e cor sincero,
E do la preferenza al suo scudiero.
Le mie sorelle intanto … Ma che occhiate!
Pareano stralunate! – qual rumore!
Uh chi vedo! che ceffi! Di ritorno!
Non credea che tornasser pria del giorno.
CLORINDA.
Ma ve l‘ avevo detto …
MAGNIFICO.
Ma cospetto, cospetto!
Similissime sono affatto affatto.
Quella è l‘ original, questa è il ritratto.
Hai fatto tutto?
CENERENTOLA.
Tutto.
Perchè quel ceffo brutto
Voi mi fate così?
MAGNIFICO.
Perchè, perchè …
Per una certa strega,
Che rassomiglia a te.
CLORINDA.
Su le tue spalle
Quasi mi sfogherei.
CENERENTOLA.
Povere spalle!
Cosa ci banno da far?
TISBE.
Oh fa mal tempo!
Minaccia un temporale.
MAGNIFICO.
Altro che temporale!
Un fulmine vorrei,
Che incenerisse il camerier.
CENERENTOLA.
Ma dite:
Cosa è accaduto? avete
Qualche segreta pena?
MAGNIFICO.
Sciocca, va là: va a preparar la cena.
CENERENTOLA.
Vado, si vado. Oh che cattivo umore!
Ah! lo scudiero mio mi sta nel core.
DANDINI.
Amico, perdonate,
La carrozza del principe
Ribalto … ma chi vedò?
MAGNIFICO.
Uh! siete voi?
Ma il principe dov‘ è?
DANDINI.
Lo conoscete?
MAGNIFICO.
Lo scudiero! oh guardate …
RAMIRO.
Signore, perdonate,
Se una combinazione …
MAGNIFICO.
Che dice? si figuri, mio padrone.
Eh! non senza perchè venuto è qua.
La sposa, figlie mie, fra voi sara.
Ehi! presto Cenerentola,
Porta la sedia nobile.
RAMIRO.
No, no; pochi minuti: altra carozza
Pronta ritornerà.
MAGNIFICO.
Ma che! le pare?
CLORINDA.
Ti sbriga, Cenerentola.
CENERENTOLA.
Son qui.
MAGNIFICO.
Dalla al principe, bestia, eccolo lì.
CENERENTOLA.
Questo … ah che vedo! Principe!
RAMIRO.
T‘ arresta.
Che, lo smaniglio! è lei: che gioia è questa!
Siete voi? …
CENERENTOLA.
Voi prence siete?
TISBE, CLORINDA.
Qual sorpresa!
DANDINI.
Il caso è bello.
MAGNIFICO.
Ma …
RAMIRO.
Tacete.
MAGNIFICO.
Addio cervello.
Se …
RAMIRO, DANDINI.
Silenzio.
RAMIRO, DANDINI, MAGNIFICO, TISBE, CLORINDA, CENERENTOLA.
Che sarà!
Questo è un nodo avviluppato,
Questo è un gruppo rintrecciato.
Chi sviluppa, più inviluppa,
Chi più sgruppa, più raggruppa;
Ed intanto la mia testa
Vola, vola, e poi s‘ arresta,
Vo‘ tenton per l‘ aria oscura,
E comincio a delirar.
MAGNIFICO.
Ma insomma delle somme,
Altezza, cosa vuole?
RAMIRO.
Piano: non più parole;
Questa sarà mia sposa.
A TRE.
Ah! ah! dirà per ridere.
Non vedi, che ti burlano?
RAMIRO.
Lo giuro: mia sarà.
MAGNIFICO.
Fra i rampolli miei,
Mi par che a creder mio …
RAMIRO.
Per loro non son io.
Ho l‘ anima plebea.
Ho l‘ aria dozzinale.
DANDINI.
Alfine sul bracciale
Ecco il pallon tornò:
E il giocator maestro
In aria il ribalzò.
RAMIRO.
Vieni al mio sen; lo impongo.
CENERENTOLA.
Su questa mano almeno;
E prima a questo seno …
MAGNIFICO.
Ti scosta.
CLORINDA, TISBE.
Ti allontana.
RAMIRO.
Perfida gente insana!
Io vi farò tremar.
GLI ALTRI.
Quello brontola, e borbotta;
Questo strepita, e s‘ adira;
Quello freme, questo fiotta;
Chi minaccia, chi sospira;
Va a finir, che a‘ pazzarelli
Ci dovranno strascinar.
RAMIRO, DANDINI.
Vieni, vieni; amor ti guida
Dell‘ invidia a trionfar.

Sala con trono.

CORO.
Della fortuna instabile
La revolubil ruota,
Mentre ne giunge al vortice
Per te s'arresta immota,
Cade l‘ orgoglio in polvere,
Trionfa la bontà.

Balletto.

RAMIRO.
Sposa …
CENERENTOLA.
Signor, perdona
La tenera incertezza
Che mi confonde ancor. Poc‘ anzi il sai
Fra la cenere immonda …
Ed or nobile serto mi circonda.
MAGNIFICO.
Altezza … a voi si prostra.
CENERENTOLA.
Nè mai m‘ udrò chiamar la figlia vostra?
RAMIRO.
Quelle orgogliose …
CENERENTOLA.
Ah prence!
Io cado ai vostri piè. Le antiche ingiurie
Mi svanir dalla mente.
Grande divento, e voglio
Meritar questo dono
Vendicandomi sol con il perdono.

Nacqui all‘ affanno, al pianto,
Soffrì tacendo il core;
Ma per soave incanto
Dell‘ età mia nel fiore,
Come un baleno rapido
La sorte mia cangiò.

No, no; tergete il ciglio
Perchè tremar, perchè?
A questo sen volate,
Figlia, sorella, amica,
Tutto trovate in me.
TUTTI.
M‘ intenerisce e m‘ agita,
È un nume agli occhi miei,
Degna del premio sei,
Che dato viene a te.
CENERENTOLA.
Padre … Sposo … Amico … oh istante!
Non più mesta accanto al fuoco
Starò sola a gorgheggiar.
Ah! fu un lampo, un sogno, un gioco
Il mio lungo palpitar.
TUTTI.
Tutto cangia a poco a poco:
Cessa alfin di sospirar.
Di fortuna fosti il gioco;
Incomincia a giubilar.