Gaetano Donizetti

Maria di Rohan

Opera seria in tre atti

Personaggi

Riccardo, Conte di Chalais
Enrico, Duca di Chevreuse
Maria, Contessa di Rohan
Il Visconte di Suze
Armando di Gondi
De Fiesque
Aubry, Segretario di Chalais
Un famigliare di Chevreuse
Coro. Cavalieri e Dame. Arcieri
Un Usciere del Gabinetto del Re. Paggi
Guardie. Domestici di Chevreuse

L’avvenimento ha luogo in Parigi sotto il Regno di Luigi XIII.

Atto primo.

Scena I.

Sala terrena del Louvre. A sinistra scala che mette agli appartamenti del Re; altra a dritta, conducente a quelli della Regina; porte laterali: nel sondo intercolonnio. Comincia la notte: ardono varii doppieri.

Cavalieri e Dame giungendo da parti diverse.

QUALCHE DAMA.
Ed è ver! questa reggia, che pria
Nel silenzio pìù tetro languia,
Or vestita di luce, s’appresta
Alle gioje di subita festa?
I. CAVALIERE.
Ben lampeggia fra tanto mistero
D‘ alte cose un baleno foriero …
II. CAVALIERE sommessam.
Del ministro la stella declina.
III. CAVALIERE sommessam.
Ei dal seggio eminente rovina.
I. CAVALIERE.
Ma rimuover non giova tai veli.
UN ALTRO.
Quanto ardita opra saggia non è.
UN VECCHIO CAVALIERE.
S‘ abbandoni all‘ arbitrio de‘ cieli
Il destino dei regni e dei re.

Si disperdono.

Scena II.

CHALAIS egli viene dalle stanze del Re, guarda un istante verso l‘ appartamento della Regina; quindi trae un foglio e legge.
– Non seguite la caccia.
Pria che il re torni, ch‘ io vi parli è d’uopo.
Maria si lungo tempo
Fuggì la mia presenza; udir non volle
Di mie querele il suono;
Ed or! … Qual cangiamento! – amato io sono!

La speme di quest’anima
Non fia, non fia tradita,
Come da morte a vita
Risorge questo cor.

Ah! se potrò dividere
Il viver mio con lei,
Saranno i giorni miei
Un‘ estasi d‘ amor.

Scena III.

Maria degli appartamenti della regina, e Detto.

MARIA.
Conte!
CHALAIS.
Agitata siete!
MARIA.
Oh! quanto! e voi potete
Stornar funesto colpo.
CHALAIS.
Io! …
MARIA.
Stringe l’ora:

M‘ udite. Sfida sanguinosa il truce
Nepote del ministro
A Chevreuse intimò: spento cadea
Chi provocò la pugna,
E giusta legge a morte
Condanna l‘ uccisor.
CHALAIS.
Pur troppo!
MARIA.
Solo
Una speranza in voi riman.
CHALAIS.
Parlate.
MARIA col massimo calore.
Tutta la luce del regal favore
Splende sul capo vostro.
Ah! chiedete al Monarca
Del reo la vita, e il reo vivrà.
CHALAIS.
»Congiunto
Egli è di sangue a voi, pur … tanto affanno! …
Sperda ì sospetti miei
Clemente il Cielo.« – Paventar dovrei
Nel congiunto un rival?
MARIA abbassando gli occhi.
(Che dir?)
CHALAIS.
Tacete?
Più non m‘ amate?
MARIA.
Nol degg‘ io!
CHALAIS.
Che intendo?

Odesi un suono che anuncia il ritorno del Re.

MARIA.
Il Re … Fra poco ad onorar la festa
Ei verrà della madre, »Il palco eretto
All‘ alba fia! … – Brevi momenti avete
Ad implorar la grazia.«
CHALAIS.
È mio destino
Ogni vostro desio … Ah! della vita,
Che altrui diferenderò, m’attende forse
Crudo premio la morte!

Entra negli appartamenti del Re.

MARIA.
Rival! se tu sapessi! Ei mi è consorte.
Cupa fatal mestizia
In questo core ha stanza …
Qual entro un‘ urna gelida
Qui muta è la speranza.
Del viver mio son l‘ ore
Contate dal dolore …
Conforto ne‘ miei gemiti
Trovo al penar soltanto …
E il pianto, ancora il pianto
È grave error per me.

Si accosta all‘ appartamento del Re, colla massima agitazione.

Scena IV.

De Fiesque, il Visconte, Dame, Cavalieri e Detta, quindi un Usciere.

VISCONTE.
Contessa! In tanto giubilo
Mesta cosi?
DAME.
Perchè?
MARIA.
Io mesta? (Ciel, qual palpito,
Quale incertezza orrenda!)
FIESQUE piano agli altri.
Par che tremante e dubbia
Il suo destino attenda.
MARIA.
Chi giunge? Agghiaccio ed ardo!

Si avanza l’Usciere, porge un foglio e rientra negli appartamenti del Re.

Fia ver? la grazia … Il Re!
CAVALICRI.
al foglio mai!
MARIA.
(Riccardo,
Ah! tutto io deggio a te!)

Ben fù il giorno avventurato
Che a conoscerti imparai;
Nobil cor, che tanto amai,
Non invan fidava in te.

Perchè farti almen beato
D’un aceento non poss‘ io? …
Ma un arcano l‘ amor mio
Dee restar fra il cielo e me.)
FIESQUE, VISCONTE E CORO fra loro.
(Di contento ne‘ suoi rai
Vivo lampo scintillò!

Maria fa cenno alle Dame che la seguano nelle stanze della Regina.

Scena V.

Chevreuse solo.

CHEVREUSE.
Egli ancora non giungc, e tu m‘ attendi
Adorata Maria!
Spirto sceso dai cieli a consolarmi
L’ire a placar del mio destin perverso.

Ah! questo fia per me
Di paradiso un dì,
Un‘ anima non v’è
Che sappia amar così.

Io la rammento allor
Che a me s‘ abbandonò,
Che tutta mi donò
Del suo bel cor la fè.

Ah! questo fia per me
D‘ amor, di gioja il dì,
Un‘ anima non v’è
Che sappia amar cosìi

Parte.

Scena VI.

Fiesque. Visconte. Gondi. Cavalieri. Chalais.

GONDI avanzandosi colla massima disinvoltura.
Cavalieri!
VISCONTE.
Che veggio! …
CAVALIERI.
Armando!
VISCONTE E FIESQUE.
E folle
Costui!
GONDI.
Qual maraviglia!
FIESQUE.
E presentarti
Osi alla Corte! di Chevreuse le parti
Nell‘ infausto duello
Tu sostenevi, ti circonda l‘ ira
Dell‘ offeso ministro.

Chalais rientra in aria cupa, e passeggia nel fondo della sala.

GONDI.
Ei volge or nella mente
Cure più gravi! E certa ed imminente
La sua caduta.
FIESQUE.
Certa.
GONDI.
Il cor mi piange,

In tuono di beffarda ironia.

Dolce amieo, per te, ch‘ ei destinava
Capitan degli arcieri.
FIESQUE.
Apertamente
Altri non l’osa ancor,
Tu sol gioisci!
GONDI.
Ei m‘ è rivale. Udite.

Tutti si accerchiano a lui d‘ intorno. Chalais si arresta ad ascoltarlo, sempre in fondo alla sala.

Per non istare in ozio
Un giorno, or son due mesi,
Douna gentile e nebile
A corteggiar io presi;
Ma invan sospiro e spasimo
E foglio invio su foglio,
Tanto varria pretendere
Impietosir lo seoglio;
A gindicar – da quel che par
Costei Lucrezia – potria sfidar.
VISCONTE. FIESQUE E CORO.
Da quel che par – non gindicar,
Son le Luerezie – rate a trovar.
GONDI.
Ad ogni costo a Seiogliere
L’enigma il cor fermato,
La mia crudele io sèguito
Ovunque inosservato:
E dopo breve caccia,
Ecco un mattin bel bello,
Lei del ministro io veggio
Entrar nel proprio ostello;
Da quel che par – non giudicar:
Son le Lucrezie – rare a trovar;
Spesso è il rigor – di donna in cor –
Manto a nascondere – segreto amor.
GLI ALTRI tranne Chalais.
Il suo nome?
GONDI.
A tutti è neto
Maria, Contessa die Rohan!
CHALAIS balzando verso Gondi.
Che ardisci!
GONDI.
Riccardo!
CHALAIS.
Infame detrattor! mentisci.
GLI ALTRI.
Conte!
GONDI sguainando la spada.
Ragion del fero
Insulto dammi!
CHALAIS.
Ah! si…
VISCONTE E CAV.
Fermate!
FIESQUE.
Il senno
Smarriste? Nella reggia?
Alcun s’avanzu!
CHALAIS.
Ebben domani. È questa

Gettanda un quanto che subito Gondi raccoglio.

Opra d’incanto!.. Il Duca!…
CAVALIERI. GONDI.
Chevreuse!

Scena VII.

Chevreuse e detti.

CHEVREUSE.
Amici …
VISCONTE.
Tu alla Corte?
CHEVREUSE.
Il vedi.
FIESQUE.
E come?
CHEVREUSE correnda nelle braccia di Chalais.
Al mio liberator lo chiedi:
Ma che! turbato sei?
CHALAIS.
Turbato!
VISCONTE.
E vero.
Corse sra lui, poc‘ anzi,
Ed Armando una sfida …
CHALAIS gettando verso Gondi una siera occhiata.
Mortal.
CHEVREUSE.
Qui giungo in tempo a secondarti.
CHALAIS.
Perchè, Duca? il Visconte
Avrò seguace.
CHEVREUSE.
Due ne chiede il rito,
Quando a morte si pugna. – Ove?

Volgendosi rapidamente a Gondi.

GONDI.
Alla torre
Di Nesle.
CHEVREUSE.
Prescrivi il giorno, accenna l’ora.
GONDI.
Della vegnente aurora
Il sorger primo

La sala si riempie di altri Cavalieri e Dame.

VISCONTE.
E dover mio recarmi
Dappresso al Re: ci rivedrem tra poco!
Alla festa.

Entra nelle stanze del Re.

Scena VIII.

Maria e detti.

MARIA.
Le danze
Incominciano, ed alte nuove apporto;
Deposto è Richelieu.
FIESQUE.
Che?
MARIA.
L’annunziava
La Regina, ella stessa.
GONDI.
Oh! gioja …
GLI ALTRI, tranne Fiesque.
Viva il Re!
CHEVREUSE.
Felice appieno
Mi rende oggi la sorte! –
Dame, signori, alfin la mia consorte
Preseutarvi m’è dato.
GLI ALTRI.
Che parli! …
CHEVREUSE.
Del nipote,
Che il mio brando svenò, sposa il ministro
Bramò la mia diletta:
Le folgori a schivar di sua vendetta
Io l’imene tacea.
CORO E FIESQUE.
Ma la Duchessa?
CHALAIS. GONDI.
La tua sposa?
MARIA.
(O cimento!)
CHEVREUSE.
Eccola.

Presentando Maria.

CHALAIS atterrito.
Dessa!
CHEVREUSE.
D’un anno il giro è omai compito,
Che a lei mi strinse occulto rito,
Che il viver mio seco diviso
Beato riso – d’amor si fè.
MARIA.
(Il tuo tormento, le smanie io veggo,
Tutto nel volto il cor gli leggo …
Ah! gronda sangue quel cor piagato,
Ma più squarciato – del mio non è. -)
CHALAIS.
(Di qual mistero s’mfrange il velo! …
Per me di lutto si veste il cielo! …
Tranne la tomba che mi disserra,
Beni la terra – non ba per me!)
GONDI. FIESQUE E CORO.
Di vostra gioja gode ogni core,
Sì liete nozze secondi Amore,
I beni tutti che il mondo aduna
Rechi fortuna – al vostro piè.

Scena IX.

Il Visconte e detti.

VISCONTE.
Conte!

A Chalais con profondo inchino.

CHALAIS.
Ebben!
VISCONTE.
Di voi, primiero
Suo ministro, chiede il Re.
FIESQUE.
(Ei!)
CHEVREUSE.
Ministro! …
MARIA.
Ciel!
GONDI, CORO.
Fia vero!
TUTTI.
Plauso al Conte di Chalais!

Chevreuse stringe la mano di Chalais, gli altri si affollano intorno ad esso come per felicitarlo. Fiesque cerca dissimulare la sua collera.

CHEVREUSE, VISCONTE, FIESQUE E CORO.
Sparve il nembo minaccioso
Che atterria la Francia intera.
Sorge un astro luminoso …
Qui ciascuno esulta e spera.
CHALAIS.
(Se d‘ onor desio mi prese,
Se vaghezza ebbi d’impero,
Lei mertar che il cor m’accese
Era il solo mio pensiero;
Or che unita altrui la scopro,
Or che so che un altro ell‘ ama …
Che mi cal d‘ onore c fama,
Se più mio non è quel cor?)
MARIA.
(Deh! reggete voi quel core
Patrio zelo, ardor di gloria …
A turbar d‘ infausto amore
Mai nol venga la memoria.)
CHALAIS, CHEVREUSE, VISCONTE E GONDI piano fra loro.
Rammentate … come al cielo
Tolto fia dell‘ ombre il velo!
CHEVREUSE, MARIA, VISCONTE, GONDI E CORO.
Al piacer dischiuda il varco
Ogni labbro ed ogni cor.
FIESQUE.
(Il dispetto ond‘ io son carco
Veli un riso mentitor.)
CHALAIS.
(Al suo brando io stnsso il varco
Schiuderò di questo cor.)

Vengon tolte le cortine, lasciando vedere i giardini del Louvre. – Chalais, seguìto dal Visconte si avvia agli appartamenti del Re, ma giunto alla sommitâ della scala si rivolge un istante verso Maria. Tutti muovono per andare alla festa.

Fine dell‘ atto primo.

Atto secondo.

Scena I.

Una sala nel palagio Chalais. In fondo una finestra per la quale scorgesi il Louvre. Porte laterali.

Chalais occupato a scrivere. Aubry nel fondo. Odesi dal Louvre suono di liete danze.

CHALAIS soffermandosi dallo scrivere.
Nel fragor della fcsta ahi! la rividi
L‘ ultima volta! … Oh mìo destin crudele! …
Me la rapiva un cenno
Della madre spirante! … Aubry!

L‘ oriuolo del Louvre suona In quattro: Chalais scrive ancora, quindi chiude il foglio, si trae dal seno una medaglia e l’attacca ad esso.

AUBRY avanzandosi.
Signore!
CHALAIS.
Osserva! S‘ io non riedo, e il giorno muore,

Pone la lettera nella scrivania, la rinchiunde e ne serba la chive.

Con violenta mano
Apri, ed il foglio reca … Ivi è segnato
A cui. Nè ad altri sia palese! Intendi?
AUBRY.
Il mio zel conoscete.
CHALAIS.
È vero. –
Dorme un sonno affannoso! …
Ah! forse, o madre mia,
Entrambi dormiremo,
Pria del volger del giorno, il sonno estremo.

Alma soave e cara,
Che al tuo fattore ascendi,
La dipartita amara
Per poco ancor sospendi.

Fra breve, in cor lo sento,
Io pur sarò sotterra;
Amor ci univa in terra,
Ci unisca amor in ciel.

Entra Maria.

CHALAIS.
Chi sara mai?

Scena II.

I suddetti, Maria chiusa in dominò e coverta d‘ una maschera, poi Chevreuse di dentro.

CHALAIS.
Maria! …

Dietro un suo cenno Aubry si ritira. – Maria getta la maschera.

Oh supremo piacer! … Non mi destate …
È sogno, è sogno il mio!
MARIA.
Che favellate,
Miscro, di piacer! … Vi sta dinanzi
La morte! Richelieu …
CHALAIS.
Finite.
MARIA.
In alto.
Ritorna.
CHALAIS.
Come! …
MARIA.
Il Re l’udia. scolparsi
Fu lieve a quell‘ accorto.
CHALAIS.
E voi?
MARIA.
M‘ apprese
La Regina il segreto… Voi salvaste
I giorni del mio sposo, e i giorni vostri
A salvar m‘ affrettai.
D’uopo è fuggir.
CHALAIS.
Fuggir! Che intendo mai!…
MARIA.
E senza indugio alcun. Di nere trame
Il ministro v’icolpa, e surto appena
Il di, fra ceppi traseinar vi denno,
E serbarvi alla scure…
CHEVREUSE di dentro.
Ov’è costui?
Chalais!… Riccardo?…
MARIA.
Il mio consorte!… Oh cielo?

Qual persona tocca da fulmine.

CHALAIS.
Come nascondervi?.. Ah! si… Mìnveste un gelo …

Afferra d’un braccio Maria che è rimasta immobile, e la spinge rapidamente nel gabinetto d’armi.

Scena III.

Chevreuse e detto.

CHEVREUSE.
Ch’ei dorma?

Uscendo.

CHALAIS.
Enrico!

Gli va incontro, e simula calma.

CHEVREUSE.
T’aspettai finora.
Nel tetto del Visconte; avanza l’ora.
Al duello prescritta, e vengo io stesso…
CHALAIS volge smarrito un rapido sguardo al gabinetto
Favella più sommesso…
Potria la madre udir!
CHEVREUSE abbassando la voce
Saggio consiglio!
Prendiam l’armi, e si vada.

Avvicinandosi alla serivania.

Che? con si fragil spada?
Irne al ballo t’avvisi? Un ornamento
Da festa io veggo! Eh! no: dieci migliori
Lame possiedi, e la prudenza impone
A me la scelta, che son tuo campione.

S’avvia al gabinetto.

CHALAIS.
Che fai? T’arresta! Arrestati…
CHEVREUSE scorge la maschera e la raccoglie.
Se tu non vuci? … Che vedo!
Or tutto è chiaro!
CHALAIS.
E credere
Osi?
CHEVREUSE.
Al mio sguardo io credo.
CHALAIS.
Ah! no, t’inganni .. ascoltami …
Qui non la trasse amore …
Lo giuro al ciel, colpevole
Non è, non è quel core.
CHEVREUSE in tuono scherzevole.
Favella più sommesso,
Potria la madre udir,
De‘ tuoi segreti a frangere
Io qui non venni il manto:
Dell‘ onor tuo sollecito
Io qui movea soltanto.
Bruttarti di ludibrio
Potrà l‘ indugio
CHALAIS.
È ver! …
CHEVREUSE.
In te ritorna: scuotiti
A cosi reo pensier.
Corriamo alla vittoria
Che a noi prepara il Fato,
Desta l‘ ardire usato,
Sorgi nel tuo valor,
T‘ arriderà la gloria,
Come t‘ arrise amor.
CHALAIS dà un‘ occhiata at gabinetto.
(A brani mi dilania
Del suo terror l‘ imago.

Destino avverso, è pago
L‘ ingiusto tuo furor?
No, più tremenda smania
Mai non oppresse un cor!)
CHEVREUSE.
Sul campo dell‘ onore
Io ti precedo.
CHALAIS.
Ah! si …
CHEVREUSE.
Ma tronca le dimore –
Vedi, già spunta il dì.

Chevreuse esce, Chalais chiude la porta, indi si accosta al gabinetto.

CHALAIS.
Maria! …

Scena IV.

Maria e detto; essa è pallida e mal si regge in piedi.

CHALAIS.
Sedete …
MARIA.
Un altro istante aneora,
Ed io morta cadea.
CHAL.
Tornate in calma:
Il periglio cessò.
MARIA.
Cessò? ma crudo,
Tremendo al paro altro ne insorge! Io tutto
Udia, pugna fatal … No, non v‘ andrete …
CHALAIS.
Che! …
MARIA.
No … Per quanto avete

Di caro in terra, e sacro in ciel, Parigi
Abbandonar giurate … or, or, che morte
D‘ ogn‘ intorno vi stringe.
CHALAIS.
Che dite? L‘ onor mio! …
MARIA.
Funesto errore!
A suddito leal vieta l’onore
Di trasgredir le leggi … e giusta e santa
Legge i duelli condannò …
CHALAIS.
Non sai?
Lottar col Fàto è vano! ..
Ei mi tragge, e lo seguo.

Il Louvre batte le cinque.

MARIA
Ah! disumano! ..
CHALAIS disponendosi ad uscire.
Ecco l‘ ora!
MARIA con disperazione,
O mio spavento!
Deh! m‘ ascolta …
CHALAIS.
S‘ io ritardo
Un momento, un sol momenio.
Avrò nota di codardo!
MARIA.
Ah! per poco… ìo son che prega,
Mira, io son che il chieggo a te!

Con accento animato, ma sempre interrotto dalle lagrime.

Che mai potrà commoverti?
Quai sensi, quali accenti? ….
Non il mio duolo, i gemiti…
Di me pietà non senti!
La madre? ah! di due cori,
Del suo, del mio pietà…
Riccardo, se tu muori,
La madre tua morrà! –

Cadendo ai piè di Chalais.

CHALAIS.
(Come frenar la lagrima
Che pende sul mio ciglio? …
La sorte mia tremenda
In ciel segnata è già …
Più fiera non la renda
La tua crudel pietà.)
Sorgi, o donna … il cor m‘ infrangi!

Cercando di alzarla; Maria si avvicina alle sue ginocchia.

MARIA.
Nella polvere. ai tuoi piedi,
Qui morrò, se tu non cangi …
CHALAIS.
Ah! contrasto! …
MARIA con forza sempre crescente.
Se non cedi
Al mio pianto … alla mia prece ..
Che dir? quale argomento?
Perdono, o ciel! Pietà, pietà di noi!
Riccardo mio!
CHALAIS.
Disonorar mi vuoi?
MARIA.
E s‘ io pur mi disonoro,
Se il confesso al mondo, a Dio,
Che tu sei l‘ idolo mio,
Che per te mi strugge amor?
CHALAIS.
E fia ver? Di gioja io moro!
Tn m‘ amavi, a un altro unita?
Dillo ancora – a nuova vita
Tu richiami questo cor.
M‘ ami ancora?
MARIA.
T‘ amo, t‘ amo
Come ai di del nostro amor!

Odonsi frequenti colpi alla porta.

CHALAIS.
Ah vincesti!

Scena V.

I suddetti ed il Visconte, sempre di dentro.

VISCONTE.
Conte!
CHALAIS.
Amico!
VISCONTE.
Scorse t‘ ora, ed in tua vece
A pugnar s‘ appresta Enrico.
CHALAIS.
Cielo! ed io! … Va … to rattieni …
Io ti seguo … io volo.
MARIA.
Ahimè! ..
CHALAIS a Maria.
Non udisti?
VISCONTE.
Vieni, ah, vièni!’…
CHALAIS.
Corro…
MARIA.
A morte. – Arresta il piè…
CHALAIS.
A morire incominciai
Nell‘ udirti altrui consorte!
Lascia, o donna, lascia omai
Che si compia la mia sorte…
Deh! talvolta a gemer vieni
Sulla tomba che m’accogli…
E le gelide mie spoglie
Sentiranno e vita e amor.
MARIA.
Per l‘ amor che t‘ inspirai,
Per la mesta genitrice,
Va, t‘ invola, cedi omai
Al terror d‘ un‘ infelice.
Un rimorso a me risparmia,
Te ne prego ai tuoi ginocchi …
Deh! pietà di me ti tocchi,
Deh! ti mova il mio dolor.

Chalais parte correndo, Maria lo segue.

Fine dell‘ atto secondo.

Atto terzo.

Scena I.

Sala nella dimora di Chevreuse. Ingresso nel prospetto: una porta laterale: grande oriuto in fondo: un tavotino fra due sedie.

Chevreuse, con un braccio avvolto da una benda, siede presso il tavolino, sul quale stanno le pistole di Chalais. Maria in piedi da un lato, Chalais dall‘ alltro: alcuni s ervi indietro.

CHEVREUSE a Maria.
Ti rassicura!… la ferita è lieve,
P iù ehe nol mostri.
CHEVREUSE.
Ah! tardi,
Mio malgrado, io giungea!…
Perchè non m‘ attendesti?
CHEVREUSE.
Or di ben altra
Sciagura i colpi riparar n‘ è d‘ uopo.
L’aure di questo eielo
Spiran morte per te!… Via di salvezza
Io t’aprirò…

Sorgendo.

CHALAIS.
Che fai?… Riposo chiede
Il tuo stato…
CHEVREUSE.
Riposo,
Mentre in periglio qui staria l‘ amico?..
Mal conosci, Riccardo, il cor d’Enrico!

Accenna ai servi di seguirlo, ed esce per la porta laterale.

MARIA.
(Non oso alzare i lumi…)

Scena II.

Un Famigliare di Chevreuse, Aubry e detti.

FAMIGLIARE annunzia Aubry che si avanza, poi si ritira.
Aubry!
AUBRY ansante con estremo turbàmento
Lung‘ ora
Indarno vi cercai… sull orme vostre
Mi ridussi il Visconte.
CHALAIS.
Apportator sei di sciagura?
AUBRY.
Invase
Drappel di arcieri il vostro albergo, e tutte
Le più riposte carte
Sorprese.
CHALAIS.
Oh sero evento! …

Ad Aubry che parte.

Esci!

Disperato.

Tu sei perduta.
MARIA.
Io? .. Ciel, che sento!
CHALAIS.
Pria che a pugnar movessi, a te vergava
Note d‘ amor … quel foglio
Or nelle mani è del ministro, in breve
Fia nelle mani del tuo sposo!
MARIA.
Ah! ch‘ egli
Mi svenerà!
CHALAIS.
Dell‘ ira sua tu dei
Fuggir l’impeto primo … I passi miei
Raggiungi.
MARIA.
No …
CHALAIS.
La tua virtù m‘ è sacra …
Rispettarla io prometto, »e fra le braccia
Trarti del tuo germano.«

S’apre un uscio segreto, di fronte alla porta laterale.

MARIA.
Il Duca! … Taei

Scena III.

Chevreuse e detti.

CHEVREUSE.
Per quest‘ occulta via, presso alle mura
Della città si giunge; ivi t‘ aspetta
Un rapido destriero. Andiam .., t’affretta.

Chevreuse esce per la porta segreta.

CHALAIS rapidamente.
Maria, se la vicina
Ora squilla, e non vieni, a morir teco
Io riedo.

Segue Chevreuse.

MARIA con amarezza.
Infausto Imene
Stringer velesti, o madre!
Ah! l‘ averti obbedita,
Lo vedi, a me costar dovrà la vita!

S’inginocchia e piange.

Havvi un Dio che in sua clemenza
Volge il guardo all‘ infelice,
Che dei figli l‘ obbedienza
Scrive in cielo, e benedice;
Il tuo braccio salvatore,
Madre, invoco in mio savore …
Ah! da morte acerba e fiera
Involarmi sol puoi tu …
D’una madre alla preghiera
No, mai chiuso il ciel non fu.

Renigno il ciclo arridere
Sembra a‘ miei caldi voti,
Avranno alsine un termine
I lunghi miei martir.
Di speme un raggio scendere
Dolce nel cor mi sento,
Di più soavi immagini
Si veste l’avvenir.

Scena IV.

Chevreusc e detti, poi De Fiesque.

CHEVREUSE.
Partì: brev ora, ed egli fia lontano
Da questa terra.
MARIA.
(Ah smania!)
FAMIGLIARE.
Il capitano
Degli arcieri.
MARIA con spavento.
(Ah! la morte! …)
CHEVREUSE.
Onde tremar! Già salvo

Verso la porta.

È Riccardo. – S‘ avanzi!
FIESQUE.
La Regina
Di voi chiese, Duchessa.

Esce.

MARIA con rapido movimento.
Vado.
CHEVREUSE.
Ahi pria
Ti calma.
MARIA.
Son tranquilla …
Pur … se vuoi ch‘ io rimanga…
CHEVREUSE.
No.
MARIA uscendo.
(Vacilla
Sotto al mio piede il suol! …)

S’incontra in De Fiesque, che s’inchina – Chevreuse la osserva non senza stupore.

Scena V.

De Fiesque in divisa militare, alcuni Arcieri che rimangono al di là dell‘ ingresso e detto.

FIESQUE.
Spera il ministro,
Che a me svelar dell‘ accusato conte
L’asil vi piaccia. Questo foglio innanzi
Leggete, o Duca, la risposta quindi

Dandogli la lettera di Chalais, a cui è unito il ritratto.

Aspetterò.

Si ritira con gli arcieri.

CHEVREUSE dopo aver spiegato il foglio.
Son cifre
Di Riccardo!

Legge.

– Fra poco estinto forse
Cadrò per te: l‘ eterno
Silenzio della tomba
Covrirà l’amor mio … –
Piangi, ma in cor soltanto … Ultimo addio
Da me ricevi, e la tua dolce imago
Riprendi. Che? Maria … dessa! e Riccardo? ..

Apre la scatola contenente il ritratto.

La scorsa notte! … Oh rabbia!
– No, no … spirto maligno
Illuse gli occhi miei …
Esser non puote. Ah! che pur troppo e lei!

Osserva di nuovo il ritratto.

Bella e di sol vestita
Mi sorridea là vita!
Amico il ciel m’offria
Quanto un mortal desìa! …

Sorge smanioso.

Ahi! fur mentite larve!
Fu sogno che disparve!
Tutto il tremendo vero
S’affaccia al mio pensiero! –
Funesto il giorno e squallido
Agli occhi miei si fe’…
Per me veleno e l’aura..
E tomba il suol per me.

Scena VI.

De Fiesque e detto, quindi il Famigliare.

FIESQUE.
Ebben?
CHEVREUSE.
Che mai bramate?
FIESQUE.
Duca, nol rammentate?
Una risposta.
CHEVREUSE.
Il perfido
Fuggi… pur troppo!… (Ed essa
Avria seguito?… Orribile
Sospetto!…) La Ducheosa

Suona un campanello, comparisce il famigliare.

Qui rieda…
FIESQUE.
Vana cura.
Uscirne un cenno mio
Tolse ad ognun…
CHEVREUSE.
(Ah giubilo!)
FIC.
Ed ora pur raggiungere
Il Conte spero… Addio!

Esce affrettatam.

CHEVREUSE al famiglio
Vanne… la mia consorte…
Colei, qui tragga il piè.

Il famiglio parte.

Voce fatal di morte,
Empia, t’appella a me. –
Ogni mio bene in te sperai,
Per me la luce fosti del di,
Dcl Cielo istesso io più t’amai…
Fu giusto il cielo, che mi puni!
Ah! d’una lagrima il ciglio mio
Asperge ancora vana pietà!…
Sì, ma fra poco di sangue un rio
A questa lagrima succederà.

Si ritira.

Scena VII.

Maria ed il Famigliare, quindi Chevreuse.

MARIA si avanza con passo incerto, il suo volto è coperso di pallore.
Al supplizio fui tratta! …
CHEVREUSE rientra non visto da Marìa, ch’è sul davanti della scena: egli ha un pugnale nella destra e la rabbia sculta negli occhi.
(Ecco l‘ infida;
Entro il mio cor piantarlo

Gli cade il pugnale.

Più lieve a me saria!) Come inquieta

S’avanza e fa sedere la moglie a lui d’accanto: ad un suo cenno il servo parte. Maria guarda l’oriuolo.

Misuri il tempo! Ah! n’hai ragion: ti ad spetta.

Scompiglio di Maria.

La Regina.
MARIA.
(Ogni sguardo, ogni parola
I miei spaventi accrese!…)
CHEVREUSE.
O rimaner t’incresce
All’uom dappresso che t’amò… che t’ama
Più di oggetto mortal, che in te ripose
Cieca fidanza?
MARIA.
Duca!… (Io tremo.)
CHEVREUSE.
Il nome
Infamar del consorte, il proprio nome!
Orrida, spaventosa
E quest’idea! pur traviata sposa
Ad arrestar non basta…
E quando noto sia l’oltraggio, è duopo
Cancellarlo col sangue!..
MARIA.
Ah! basta, basta…
(Ahi, qual destin tremendo mi sovrasta!
CHEVREUSE frenandosi e con ironia.
So per prova il tuo bel core,
La tua se‘ m‘ è nota assai:
Non ha macchia il tuo candore,
Il mentir che sia non sai. –
Ben potei sicuro e franco
L’onor mio riporre in te.
MARIA.
Cessa omai!… La tua ferita
Gronda sangue…
CHEVREUSE alzandosi impetuosamente
Io ne versai
Maggior copia… la mia vita
Per l’indegno avventurai!…
MARIA.
Deh! ti calma…
CHEVREUSE.
Ah! qual mi rende,
Qual mercede il traditore!…
E la sorte lo difende…
Lo sottragge al mio furore ..
MARIA.
Duca: oh ciel!…
CHEVREUSE.
Ne a me fia dato
Trucidar lo scellerato?…
MARIA.
(Tremo.)
CHEVREUSE.
Il cor squarciargli a brani
Non potrò con queste mani?

Squilla l’oriuolo.

MARIA.
Ah!

Con grido acutissimo, c volgendosi piena di terrore, all’uscio secrcto.

CHEVREUSE.
Qual grido!… Tu volgesti
Alla porta i rai? Perchè?
Viva speme in cor mi desti!
Forse.. il vil?…
MARIA.
Pietà… di… me…

Cadendo quasi tramortita a‘ suoi piedi.

CHEVREUSE trascinandola verso l’uscio segreto.
Sull‘ uscio tremendo lo sguardo figgiamo;
Che alcun lo dischiuda uniti attendiamo,
Spavento mortale – o donna, t’assale!… –
E troppa la gioja!… mi toglie… il… respir!
MARIA.
T’acqueta… m’ascolta… non cedere all’ira…
Il detto… la prece… sul labbro… mi spira!…
Ah! più non avanza – alcuna speranza…
Ad ogni momento – mi sembra morir…

Scena VIII.

L’uscio schiudesi ad un tratto, comparisce Chalais: i Suddetti.

CHEVREUSE.

Con espressione di gioja feroce.

Ah! …
MARIA.
Ora colma è la misura! …
CHEVREUSE.
Che ti guida in queste mura?
CHALAIS gettando la spada.
Il poter d’avverso fato,
Brama ardente di morir.
CHEVREUSE.
Ben venisti.
MARIA a Chalais; un terribile sguardo di Chevreuse le tronca la parola.
Sciagurato! …
(Ei mi fece abbrividir.)

Scena IX.

Il Famigliare e detti.

FAMIGLIARE.
Duca, duea … stuol d‘ arcieri
Ha varcato il primo ingresso …
MARIA.
Ah!
CHEVREUSE.
Riccardo, i tuoi pensieri
Volgi al ciel: l‘ istante è presso.
CHALAIS.
Una vita si desia
Che m‘ è grave: io stesso …

Movendosi per incontrare gli arcieri.

CHEVREUSE trattenendolo.
È mia
Questa vita.

Al famigliare che tosto esce, e chiude la porta.

Or tu, brev’ora
Li rattieni.
CHALAIS.
(Che farò?)
MARIA.
(Non ti schiudi o terra ancora?) –
CHEVREUSE ponendo nelle mani di Chalais una delle due pistole.
Prendi.
CHAL.
Che? …
CHEVREUSE accennando la porta lat.
Mi segui!
MARIA.
Ah! no!
CHEVREUSE.
Vivo non t‘ è concesso
Essir da questc porte …
Vieni … per te di morte
L‘ ora suonata è già.
Invoca il ciel per esso,
Ma sordo il ciel sarà.
CHALAIS.
Del tuo furor non temo:
Su, tutto in me l’appaga.
Che tardi? … core impiaga,
Che speine più non ha…
Un premio, un ben supremo
La morte a me sarà.
MARIA.
Prima che sia compita
Tragedia si funesta,
M’uccidi, se ti resta
Un‘ ombra di pietà…
Lasciarmi ancora in vita
E troppa crudeltà.

Odonsi ripetuti colpi alla porta in fondo. Chevreuse, respingendo Maria, tragge seco Chalais per l’uscio laterale; dopo breve momento odonsi due colpi di pistola, e quasi subito ricompare Chevreuse, le di cui sembianze sono difformate; e l’occhio sfavillante. Maria cade al suolo tramortita.

Fine