Saverio Mercadante

Gabriella di Vergy

Opera in due atti

Libretto von Antonio Profumo

Uraufführung: 08.08.1828 ,Teatro San Carlos, Lissabon

Personaggi

Filippo Augusto, Rè di Francia

Fayel, Conte dì Vermand

Gabriella di Vergy

Raoul di Coucy

Almeide, sorella di Fayel

Armando

Cori è Comparse

Cavalieri. Damigelle. Paggi. Guardie Reali

L’azione è nel Castello di Fayel in Borgogna.

Atto Primo.

Scena I.

Sala nel Castello.

Almeide, Coro di Cavalieri, indi Fayel.

CORO.
Alfin ritorni a nascere
La gioja in ogni petto:
La tema ed il sospetto
Sgombri dall‘ alme Amor!
Ai caldi voti unanimi
Arrida alfin Imene,
Sian dalle sue catene
Uniti omai due cor‘. –
Egli intanto ecco s’avanza,
Nell‘ orror de‘ suoi pensieri:
Lento il passo, i lumi ha fieri,
Par che il fugga la speranza,
E che tutto a lui d’intorno
Sol favelli di terror …
Non farà dunque ritorno
Mai la gioja nel suo cor?
FAYEL.
Gioja? .. poss’io sperarne? .. Ah! quando sorge
Di mille opposti affetti orrida pugna
In sen dell‘ infelice,
Pace non molce mai d’un suo sorriso
L’orror de‘ suoi tormenti;
E forse è indarno che sperarla io tenti …
Gabriella! .. E sia ver? .. Voce d’amore
Per me mai scende a favellarti in core?
Neppur mi valse, s’io mentia, la morte
D’abborrito rival? .. Paventa, o donna,
L’esacerbato dolor mio … Sì; trema,
Troppo dura è l’offesa … Amor schernito
Odio diventa … Ah ben saprò, l’aspetta,
Pascere l’onta mia d’aspra vendetta!
CORO.
Ei delira, ei freme: oh Cielo!
Qual cagione ha un tal furor!
FAYEL.
Miei pensieri, in tal cimento
Vi smarrite, vi perdete:
L’alma oppressa, o Dei, reggete,
Che non manchi al suo dolor!
Ho perduto in un momento
Ogni bene del mio cor.
CORO. ALMEIDE.
Deh! non perdere ogni speme,
Gabriella t’ama ancor;
Sol la tema rese in lei
Riserbato più l‘ amor.
FAYEL.
Vana speme! ..
ALMEIDE.
Ah! tu t’inganni.
FAYEL.
Ella m‘ odia.
ALMEIDE.
Oh mio germano!
FAYEL.
D’addolcir tentate invano
Una piaga sì crudel.
Ah! se potessi credere
Ch‘ io delirai finora …
Ah! se d’amarla ancora
Fosse concesso al cor …
Oh, quante amare lagrime
Mi tergerebbe Amor!
CORO.
Sì, tergi alfin le lagrime,
Ti fia propizio Amor.
ALMEIDE.
Sempre, o germano, a‘ fidi tuoi sarai
E a te stesso erudel?
FAYEL.
E all‘ amor mio
Inesorabil Gabriella …
ALMEIDE.
Ah, taci!
Troppo la sua virtù …
FAYEL.
Ti opponi? oh stelle!
Non è forse l‘ ingrata
Che fugge il guardo mio? Sempre ha sullabbro
La voce del dover, mai dell‘ amore …
Ah, no! dubbio non v‘ ha … m‘ odia quel core.

Scena II.

Armando e detti.

ARMANDO.
Un messo, o mio Signor, il Re t’invia.
FAYEL.
Filippo? .. A me? .. Che vuol? .. Entri.

Scena III.

Un Messo recando un foglio, e detti.

FAYEL legge.
Qual mai
Onor per me? Filippo in queste soglie
Venir non sdegna. Or via tutto s‘ appresti
A palesar la nostra gioja … Andremo
Al Sir incontro fra brev‘ ora. Intanto
Sia prevenuta Gabriella; i Duci
E i Guerrier‘ tutti sieno in armi: intorno
Suoni la fama di sì lieto giorno.

Partono.

Scena IV.

Giardino. Vedesi parte del Castello.

Raoul solo.

RAOUL.
Ignoto a tutti mi guidò la sorte
All‘ odïato albergo. Io la vedrò! …
Se di dolor non moro, al fianco suo
Mi svenerà l’acciar … di chi?
Sarà Fayel l’indegno, egli l’audace!
Ah! Gabriella è sposa …
Tristo pensier! fra tanti affetti, oh Dio
Quale destin, qual fero stato è il mio.
Sventurato! ah! la mia sorte
Or sarà decisa alfine:
A me dolce fia la morte
Sol che desti in lei pietà.
Chè, se il Ciel mi serba in vita,
A me fia coll‘ alma unita;
Se la perdo, almen di pianto
La mia tomba inonderà.
Ma l’idea d’un giusto sdegno
Già m’accende, e il cor m’assale;
Essa è in braccio al mio rivale!
Ella è sposa a un traditor!
Udrà, piangendo, almeno
Chè sol per lei fui spento,
L’ultimo mio lamento
Le parlerà d’amor.
Söave ogni sospiro
Fia che le scenda al core:
Voce sarà d’amore
L’istesso suo dolor.

Si ritira in disparte.

Scena V.

Coro di Donzelle, poi Gabriella.

CORO.
Desïato è invan fra noi
Un dì lieto; un dì ridente,
Se tu, Bella, ognor dolente,
Sol ti pasci di sospir‘.

Te la speme invan pingea
Quel gentil raggio d’amore:
Fosti indarno d’ogni core
Il più fervido desir.

Se d’Imen s‘ attese il giorno,
Come amico astro nascente,
Perchè mai così repente
Del dolor t’offusca il vel?

Ma per noi tu ancor sei vaga
Nel rigor di tua sventura,
Come stella in notte oscura,
Come Luna in fosco Ciel.
GABRIELLA.
Gabriella v’è grata: ite frattanto …
Avrà col vostro duol fine il mio pianto.

Le Donzelle partono.

Scena VI.

Gabriella, indi Coro di Cavalieri.

GABRIELLA.
Son sola: ah! che un accento, un sospir solo
A queste mura d’affidar pavento:
Ma il cor mi parla, e mal sapria del core
Non rispondere ai moti il mio dolore
Dove sei, mio Raoul! .. Morte ti tolse
A’miei desiri, alla mia gioja: oh Cielo!
»Sai tu qual legge mi dettò la sorte? ..
Qualgiogo Imen m’impose? .. Imene! .. or come
Sperar dunque mai pace? ..« Era quest‘ alma
Solo nata per te; tu solo in petto
La dolcezza d’amor tutta versavi …
Ed or conversa è in rio veleno .. Invano
Un‘ ora, un sol momento
De‘ passati miei giorni … un riso, un detto,
Miscra amante, dal mio Bene aspetto.

O care gioje! o palpiti,
Figli del primo amore!
Destarvi ei solo, esprimervi
Potria sol questo core;
Ah sì, colui che accese
L’aura de‘ miei sospiri,
Ei meco solo apprese
I teneri deliri
Di quel primiero amor.
Ma vana idea, che all‘ anima
Quei lieti dì rammenti,
Fuggi … non fai che accrescere
L’orror de miei tormenti;
Tutto converso è in lagrime,
Chiuso alla gioja il cor.
CORO.
Il Rè giunge: a te lo sposo
Pronto invia sì lieto avviso:
Rasserena almeno il viso,
Cessi or solo il tuo dolor.
Sol concedi un tuo sorriso
Alla gioja ed all‘ amor.
GABRIELLA.
Qual mai sorge all‘ improvviso
Rio pensier entro il mio petto!
Viene il Rè, ma il caro oggetto …
Ah, mai più non giungerà!
CORO.
Vieni.
GABRIELLA.
Andremo …
CORO.
Ognun t‘ aspetta.
GABRIELLA.
Abbi, o Ciel, di me pietà! ..
Infelice, i miei lamenti
L’amoroso udisse almeno,
Palpitasse almen quel seno
All’idea del mio dolor.
Una lagrima pietosa
Unirebbe al pianto mio,
E potria la speme, oh Dio!
Lusingar quest’alma ancor.

Il Coro parte.

Scena VII.

Gabriella, e Raoul non visto.

GABRIELLA.
O qual vano deliro! .. Ei più non m’ode.
No, tutto il foco che racchiudo in petto
Più destar non potria nel cener freddo
Amorosa scintilla … Ah! questo pianto
Bagnasse almen l‘ avara terra, il sasso
Che copre l’infelice.
RAOUL.
(Oh Dio, che intesi!
Ella ancor m’ama, e vittima è soltanto
D’un nero inganno.)
GABRIELLA.
Almeno ignorì, ahi lassa!
Che ad altrì in braccio io qui vivo piangendo.
RAOUL.
(Come frenarsi!)
GABRIELLA.
O mio Raoul! ..
RAOUL.
Mio bene!
Prima morir che altrui lasciarti.
GABRIELLA.
Oh cielo!
Tu vivi? .. E non m‘ inganno?
RAOUL.
E solo io vivo
Alla vendetta, a farti mia.
GABRIELLA.
Ma il grido …
RAOUL.
Falso il recò la fama.
GABRIELLA.
E sei?
RAOUL.
Qui giunto
A vendicarti, e de‘ miei dritti …
GABRIELLA.
Oh Dio!
Raoul. Raoul tu vivi? Un sogno è il mio?

Oh giorno felice!
Oh dolce contento!
La gioja ch‘ io sento
Esprimer non so.

D’amore un istante
Sorride a quest‘ alma:
Un raggio di calma
Alfine spuntò.
RAOUL.
Fra il grido di Marte
Fra il suono dell‘ armi
Potè lusingarmi
La gloria, l‘ onor.

Ma sol mio conforto
In mezzo alle pene
Fu sempre la spene,
Sol era l’amor.
GABRIELLA.
Oh Dio! che rammenti!
RAOUL.
I tuoi giuramenti ..,
GABRIELLA.
Ah più non poss‘ io …
RAOUL.
La fè, l’amor mìo …
GABRÍELA.
Son vittima ..
RAOUL.
Ah taci!
GABRIELLA.
Lo credi all’affanno …
RAOUL.
D’un perfido inganno.
GABRIELLA.
D’un liero dolor!
RAOUL. GABRIELLA.
Come a que‘ detti il pianto,
Come si può reprimere?
Alma che regga a tanto,
Barbaro Ciel, non v’ha!
GABRIELLA.
Ah fuggi.
RAOUL.
Lasciarti …
Non posso.
GABRIELLA.
Deh! parti ..
T’invola.
RAOUL.
No, mai.
GABRIELLA.
L’onor me lo impone.
RAOUL.
Me ‚l vieta l‘ amor.
GABRIELLA. RAOUL.
Dopo tante é tante pene
Ritrovar sì caro bene,
E vederlo, oh Dio! la vittima
D’un indegno traditor! / destin persecutor!
Fiera smania il sen mi preme,
Geme e freme – in petto il cor.

Partono.

Scena VIII.

Sala come alla scena prima.

Coro di Cavalieri, e di Dame; indi Filippo, Fayel, Raoul, e Guardie.

CORO.
Voi che al fianco d’Eroe così grande
Coronate la fronte di allori;
Riposate, che i vostri sudori
Mano amica qui terger saprà.
Sì, seguàci del Forte, e del Grande,
Che a voi cinse la fronte di allori,
Riposate; che i vostri sudori
Mano amica qui terger saprà.
Dolce frutto di vostre vittorie
Bella pace per noi brillerà.

A Filippo che arriva.

Alla tromba che fastosa
Di tue glorie ha sparso il grido,
Prode Augusto! umíle e fido
Or risponde il nostro cor.
Ah! giammai, giammai per noi
Cada un dì così bëato,
Se il più grande degli Eroi
Sa donarci un tanto onor!
FAYEL.
Ecco al tuo piede
La mia famiglia …
RAOUL.
Gabriella! … Oh stelle! …
FILIPPO.
Venga: al pari di te cara a me fia.
RAOUL.
(Oh palpito! Oh momento!)
FAYEL.
(Oh gelosia!)

Scena IX.

Gabriella, Almeide, e detti.

GABRIELLA.
All‘ augusto mie Re …
ALMEIDE.
De‘ voti nostri …
FILIPPO.
Sorgete: i vostri voti
A Filippo son noti, – e nel suo core
Scolpiti ognor saranno.
GABRIELLA ravvisando Raoul.
(Raoul!)
FAYEL.
(Lo guarda e freme!)
GABRIELLA.
(Oh immenso affanno!)
FILIPPO.
Conte! l’istante è giunto
Ond‘ abbia in parte il mio Raoul mercede:
Pel labbro mio ti chiede
La man della germana …
GABRIELLA.
(Ah che dice!)
RAOUL.
(Ah che chiede!)
ALMEIDE.
(Oh qual favore!)
FILIPPO.
E Raoul non risponde?
FAYEL.
Accetto il dono:

A Raoul.

Cavalier, questa è tua.
ALMEIDE.
(Contenta io sono.)
FAYEL.
Non risolvi? … t’intendo.
FILIPPO.
Or che fia mai? …
FAYEL.
Vieni meco, o Signor, tutto saprai.

Partono.

Scena X.

Galleria con Finestroni.

Gabriella, indi Raoul, poi Fayel.

GABRIELLA.
Quanti in un punto aduna
Strani eventi per me l‘ empia fortuna!
Che farò mai? … Ah, sì … trionfi pure
La mia virtude in mezzo a tante pene …
Ah! si fugga! egli vien …

Vedendo Raoul vuol fuggire.

RAOUL.
Ferma, mio bene!
Mi chiami, e poi m’eviti?
GABRIELLA.
Io? no … t’inganni …
Di queste soglie il varco
A te vieta il mio onor …
RAOUL.
Ma per tuo cenno …
GABRIELLA.
Oh duro cenno! Ebbene … in te richiama
Tutto il coraggio, ed all’amante Almeide
Porgi la destra.
RAOUL.
Oh Cielo! io non credea
Ascoltar sul tuo labbro …
GABRIELLA.
Ah si… che affanno!
L’impone a me il dover.
RAOUL.
Dover tiranno!
GABRIELLA.
Cedi, e vanne: è seritto in Cielo
Che altra fiamma in te s’accenda,
Che infedele a me ti renda
Il destin persecutor.
RAOUL.
Mi consigli ad imitarti,
Debol donna!… ingrata! ingrata!
Per te nacqui, e vo‘ serbarti
Pura fè, costante amor.
GABRIELLA.
Ah pietà de‘ miei tormenti!
RAOUL.
Mi vedrai, crudel, morir.
GABRIELLA.
Ah! nel sen mi leggi, e vedi
Se trafitto è questo cor.
RAOUL.
Ma tu m‘ ami ancor?
GABRIELLA.
Deh, cedi! …
RAOUL.
Tu mi sei nemica? …
GABRIELLA.
Vanne! …
RAOUL.
Ma ti spiega almeno.
GABRIELLA.
Vanne.
Questo pianto, oh Dio! te’l dica,
Sì, t’amai: no’l deggio or più.
FAYEL.
Perfida!
GABRIELLA. RAOUL.
Oh Ciel!
FAYEL.
Spergiura!
Indegni! All‘ agguato
Alfine cadeste!

A Gabriella.

Quel core spietato
Strapparti saprò.
GABRIELLA.
Oh Ciel! Chi m’aita!
Che far io non so.
RAOUL a Fayel.
È mia quella vita,
Serbarla saprò.
FAYEL a Gabriella.
Quel core spietato.
Strapparti saprò.
RAOUL. FAYEL.
Oh furie d‘ Averno,
Vi sento nel seno!
D‘ immenso veleno
Se il cor m‘ inondate,
La man voi guidate
Al sangue, all‘ orror.
GABRIELLA.
Ah! ti calma! Oh Dio! ti frena …
Non tradii la fè giurata!
Rea non son, ma sventurata!
Si, lo credi ol mio dolor.
RAOUL.
È mia quella vita,
Serbarla saprò.
FAYER.
Fra poco vendetta
D’entrambi farò.

Scena XI.

Filippo, Almeide, Armando, e Cori.

TUTTI.
Fermate olà!
FILIPPO.
Oh Ciel! Raoul! tu capace? …
CORO.
Oh eccasso!
RAOUL.
Oh furor!
TUTTI.
Quale orror!
FAYEL. GABRIELLA. RAOUL.
Non osa il labbro esprimere
Il fiero suo / mio dispetto;
Il cor che freme in petto
L’accoglie tutto in sè.
FAYER.
Vendetta! lo esige
L‘ offeso onore,
Quell‘ uom traditore …
L‘ infida consorte …
Oh! scorra d’intorno
La strage, l’orror.
FILIPPO.
Freno all‘ ire! Al Re t‘ affida:
La giustizia sol m‘ è guida,
E la folgore sul capo
Striscia già dell‘ infedel.
GABRIELLA.
Ah! mio sposo!
FAYEL.
Mancatrice!
GABRIELLA.
Non son rea.
FAYEL.
Vanne, ti scosta.
GABRIELLA. ALMEIDE.
Oh qual terror!
RAOUL. FAYEL.
Oh mio furor!
FILIPPO. ARMANDO.
Oh quale orror!
RAOUL.
Inesorabile,
Fiero tiranno,
Cadrò, ma vittima
Di fedeltà.
FAYEL.
Se ordisti, o perfido,
Sì nero inganno,
Cadrai, ma vittima
Di crudeltà.
GABRIELLA. ALMEIDE.
Oh quale smania!
Che acerbo affanno!
Per me più fulmini
Il Ciel non ha!
TUTTI.
Qual crudo strazio
Nell‘ alma fanno
L‘ odio, la rabbia
E la pietà!

FINE DELL‘ ATTO PRIMO.

Atto Secondo.

Scena I.

Galleria come all‘ atto primo.

Fayel, e Raoul.

RAOUL.
Ebben, che attendi? ov‘ è la spada? il campo?
Ancor pronto non è? tanto desio
A punir m‘ arde il rapitor del solo
Tesoro che restava a‘ giorni miei,
Che misurarmi teco or qui vorrei.
FAYEL.
Audace! Un tradimento
Giustificar tu puoi? quando all‘ altare
Mia si giurò Gabriella, era a me ignoto
Di qual fiamma ella ardesse … il seppi poi …
Tutto il suo genitore
A me celò.
RAOUL.
Donna infelice, e degna
Di miglior sorte!
FAYEL.
Oh Ciel!
RAOUL.
Frale mie braccia
A te sembrava amore
Ogni felicità.
FAYEL.
Vil traditore!
O quei detti sospendi, o a‘ piedi miei …

Brandisce un pugnale, e s‘ avventa a Rao.

RAOUL.
Contro un inerme … E Cavalier tu sei?
FAYEL.
(Ove l’ira mi trasse?)
RAOUL.
E qual t‘ invade
Furor che ti fa reo!
FAYEL.
Olà, due spado.
Traditor! paventa! al campo
L‘ oltraggiato onor mi affretta:
Il furor e la vendetta
Questo braccio armar saprà,
RAOUL.
Io tremar! t‘ inganni! in campo
Giammai seppi impallidire:
Se il valor risponda all‘ ire,
Or l‘ effetto mostrerà.
FAYEL.
Non schernirmi, e vieni …
RAOUL.
Andiamo.
FAYEL.
Sangue io bramo!
RAOUL.
Invoco io morte.
FAYEL.
Tu cadrai …
RAOUL.
Sì, ma da forte!
No, non so che sia viltà.
FAYEL. RAOUL.
(Quell‘ aspetto, quegli accenti
Fan più grave il mio dolore!
Soffro, oh Dio! de‘ miei tormenti
La più atroce crudeltà.)
RAOUL.
Ma pria che nel cimento
Mi esponga a’colpi tuoi,
Mi ascolta …
FAYEL.
Dì … che vuoi?
RAOUL.
Risparmia i giorni almeno …
FAYEL.
Di chi?
RAOUL.
Di Gabriella…
Ah! vita così bella …
FAYEL.
Taci … colei nel seno
De‘ neri abissi … o indegno!
Seguirti ancor dovrà.
RAOUL.
Ah vil!
FAYEL.
Mi segui …
RAOUL.
Ah senti …
FAYEL.
Si schiuda il campo .. olà!
RAOUL. FAYEL.
Suoni la tromba: all‘ armi
Già un cieco amor mi guida;
L’Averno omai decida
D’un disperato amor.

Escono accaniti.

Scena II.

Sotterraneo.

Gabriella, abbondonata su di un sasso, è immersa in breve sopore. Poi Fayel con sèguito. Gabriella ïmmagina di vedere Fayel e Raoul armati l‘ uno contro l‘ altro, e delirando dice:

GABRIELLA.
Ah! fermate! … Raoul! Fayel! … fermate!
Io sola, io vo‘ morire!

Si desta spaventata.

Ma sogno … oh Ciel! m’illude il mio martire!
Perchè non chiusi al dì
Le stanche luci ancor?
Farmi penar cosi,
Tanto ti piace, Amor!
Oh come lento scorre
Questo de‘ giorni miei momento estremo?
Ah che fu di Fayel? Che del mio … Taci
Colpevol labbro; ed in eterno obblio
Sia sepolto quel nome a te funesto …
Si … lo dovrai, mio cor … Ma questo core,
Che Natura mi diè sensibil tanto,
Al duoi non reggerà. – Chi a me s’appressa?

S‘ ode romore.

Ah! fosse almen colui che mi togliesse
Con colpo amico al mio crudele affanno.
Ma chi ravviso? Oh stelle! È il mio tiranno.

Vedendo Fayel che scende seguito da‘ suoi famigliari.

FAYEL.
(Vederla, e non morir! … non so se il possa!
Ah! fermezza, o mio cor!)
GABRIELLA.
Ferito! e come?
Oh amara vista! Ah dì…
FAYEL.
Tutto saprai …
Tutto per tua sciagura e mio trïonfo,
Donna sleal!
GABRIELLA.
Ma dì … quel sangue almeno
Chi mai versò?
FAYEL.
La man che un dì dovea
Far Gabriella avventurosa.
GABRIELLA.
Oh Dio!
Raoul! Ah no, Signor, cotanto rea
L‘ alma non chiudo in sen … troppo a mo cari
I giorni tuoi …
FAYEL.
Non appressarti …
GABRIELLA.
Ah, cada
Dunque il colpo fatal!
FAYEL.
Sollievo allora
La morte a te saria.
GABRIELLA.
E qual vendetta
Maggior di questa a te barbarie insegna?
FAYEL.
Pari all‘ offesa mia, di me sol degna.
Sappi per tuo martir …
GABRIELLA.
Che mai?
FAYEL.
L‘ iniquo
Insidiator de‘ dritti miei …
GABRIELLA.
Prosiegui …
FAYEL.
L‘ empio Raoul …
GABRIELLA.
Oh Ciel!
FAYEL.
Da questo ferro …
GABRIELLA.
Ohimè!
FAYEL.
Comprendi …
GABRIELLA.
Ah! la sua vita? …
FAYEL.
È spenta.
GABRIELLA.
Che ascolto! Alma inumana!
Qual mostro ti educò? Qual tigre ircana?
Se alfin sull‘ innocente
Cadde la tua vendetta,
Spietato core, affretta
L‘ estremo tuo furor.
Sappi che ti detesto,
Come t‘ odiai finora …
Che sei, che fosti ognora
Oggetto a me d‘ orror.
Ombra, che a me d’intorno
Gemendo ancor t‘ aggiri,
Tra poco i miei martiri,
Sapranno unirmi a te.
CORO.
(Sogna ne‘ suoi deliri,
Speme per lei non v‘ è.)
FAYEL.
Ah! più non so resistere …
Perfida! attendi … Olà!

Al cenno di Fayel s’avanza uno scudiero che reca su di uno scudo le spoglie di Raoul coperte da velo nero.

GABRIELLA.
Che veggo! È là serbata
La tua crudel vendetta,
Oh! quanto desïata
Giunge la morte a me!
FAYEL.
Osserva … si … le spoglie
Del tuo …

Fayel toglie il velo e mostra a Gab. le spoglie di Rao.

GABRIELLA.
Gran Dio! gran Dio!
FAYEL.
Ei lo prescrisse, ed io,
Io le presento a te.
CORO.
(Ah più funesto e rio
Momento, o Dio, non v‘ è!)
GABRIELLA.
Tu! … Che terribil mostro!
Raoul … Raoul … che pena!
Ah! parlo a stento! … appena
Regge alla luce il eiglio:
Fiera! il tuo crude artiglio
Mi tolga alfin da questa
Vita per me funesta
Più della morte istessa …
Ah! dalle smanie oppressa
Mi sento, o Dio, mancar!
Sarai contenta alfine,
Empia, nemica sorte!
Alfin colla mia morte
Sia pago il tuo rigor!

Cade svenuta.

CORO.
Giorno ferale!
Scena funesta!
Quanto fatale
Tu fosti, Amor!

FINE.